L'età e l'adeguatezza per la riproduzione
Allevare con etica e responsabilità
L’ETA’ E L’ADEGUATEZZA DELLA MADRE
di Daniele Meneghetti - 19/01/2021
Scegliere di programmare una gravidanza dovrebbe richiedere grande senso di responsabilità da parte dell’allevatore. La prima domanda, infatti, che un allevatore dovrebbe porsi è: questo cane è adatto a procreare?
La risposta non è semplice, perché la maggior parte delle cose da valutare non sono misurabili oggettivamente. Questo non significa però che non si debba valutare con attenzione questa scelta. Diamo per scontato che tutti gli allevatori, prima di far riprodurre un cane, valutino che il cane risponda adeguatamente agli standard di razza e che sia esente da possibili patologie ereditarie. Dico che questi aspetti vanno dati per scontati, perché chi non si preoccupa neanche di questi aspetti non merita nemmeno l’appellativo di “allevatore”.
Ma quelle valutazioni preliminari sono il “minimo sindacale”: se quello è il minimo, quindi, quali altre cose fanno valutate e prese in considerazione?
Partiamo da un semplice parametro “misurabile” e quindi più facile da verificare: l’età del cane. Una madre, per svolgere al meglio questo ruolo di base sicura e riferimento primario per i cuccioli, deve quanto meno aver raggiunto l’età adulta, solo in quel momento si può pensare che possa essere, forse, adatta a fare la madre. Quando cioè lei stessa dovrebbe aver consolidato la sua identità di specie, e cioè il suo essere cane, e di individuo, cioè essere “quel” cane in relazione agli altri, cani umani e altri animali, e all’ambiente.
Un cane raggiunge l’età adulta indicativamente tra i 2 e 3 anni di vita. Prima di quel momento è ancora in piena età evolutiva, una età, cioè, ricchissima di vulnerabilità e di potenzialità, che devono essere rispettate. Il cane in età evolutiva deve quindi non è pronto a vivere l’esperienza della gravidanza, in quanto ancora in attesa di consolidare la sua identità: per questo motivo un allevatore attento e responsabile al benessere del suo cane, dei cuccioli e delle future famiglie di quei cuccioli, non dovrebbe fare accoppiare cani non ancora adulti.
L’età adulta, però, da sola non è premessa sufficiente di un cane adatto a svolgere quella delicata funzione educativa di madre, nei confronti dei suoi cuccioli. E’ la madre infatti che, almeno per i primi 2 mesi di vita, deve assumere il ruolo di base sicura, per favorire il corretto sviluppo emotivo dei cuccioli, favorire il processo di attaccamento, fornire i primi strumenti di relazione, esserci per “spiegare” ai suoi cuccioli cosa significa essere un cane.
Inoltre, quando parliamo di cani famigliari, cioè che andranno a vivere in una famiglia, in un contesto fortemente antropico, è importante che la madre abbia le competenze relazionali adatte a vivere essa stessa adeguatamente in quel contesto. Una madre insicura nelle relazioni con l’essere umano, con gli altri cani e con l’ambiente “umano” – casa, automobili, rumori, spazi, superfici – sarà una madre che, potenzialmente, trasmetterà ai cuccioli la sua visione del mondo e le emozioni che vive in quel mondo. Di conseguenza potrebbe essere più complicato per i cuccioli vivere serenamente la loro crescita.
La valutazione di adeguatezza, quindi, di un cane rispetto alla sua capacità di “stare” e di “essere” nel mondo è centrale per pensare ad una gravidanza.
In sintesi, prima di pensare a far vivere l’esperienza della gravidanza ad un cane, un allevatore etico e consapevole deve valutare quindi che abbia un’età adeguata, che abbia quindi raggiunto l’età adulta e che non sia troppo avanti con l’età, che sia sana, che non abbia potenziale problemi patologici ereditabili, che sia in grado di sostenere l’esperienza della maternità ed essere adatta ad essere una base sicura solida per i cuccioli, che sia un cane equilibrato, che sa comunicare adeguatamente con i suoi conspecifici e con l’essere umano e che sappia relazionarsi con l’ambiente in maniera adeguata.